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Batteria al grafene, è ecologica e fa durare di più i nostri smartphone

Smartphone che si alimentano a energia rinnovabile? Da oggi non è più fantascienza e presto le vecchie batterie al litio potrebbero essere sostituite da nuovissime batterie al grafene, che riducono al minimo i tempi di carica e allungano la vita dei nostri dispositivi portatiti. La batteria al grafene sarà leggera, flessibile e sottilissima, e permetterà di immagazzinare energia rinnovabile e usarla per ricaricare velocemente smartphone e tablet.

Le batterie al litio, utilizzate attualmente nei nostri dispositivi mobili, presentano più di qualche problema. Innanzitutto, danneggiano la nostra salute e l’ambiente perché possono emettere oltre cento gas tossici. L’estrazione di questo materiale, inoltre, ha un altissimo impatto ambientale in quanto richiede ingenti quantità di acqua che spesso vengono sottratte alla popolazione che risiede nelle aree vicine, con un conseguente impatto negativo sociale ed economico. Ancora, il catodo contenuto nella batteria al litio è composto di cobalto, un materiale altamente inquinante e di difficile smaltimento. Questo per quanto riguarda l’ambiente, senza contare che questo tipo di batteria si degrada molto con il tempo, riducendo i tempi di funzionamento e aumentando quelli di carica.

La batterie al grafene vengono prodotte a partire dalla grafite, con costi e impatto ambientale ridotto. Il grafene viene prodotto in forma di inchiostri, tramite un processo di esfoliazione della grafite brevettato dall’IIT e grazie alla sovrapposizione di strati flessibili successivi: due fogli di grafite, due membrane porose a base di grafene (che hanno lo spessore di un atomo e dunque sono sottilissime) e una membrana polimerica bagnata da un elettrolita. La più grande fabbrica europea di grafite si trova a Como.

Rispetto al litio, le batterie al grafene hanno la capacità di immagazzinare energia in tempi rapidissimi, riducendo i periodi di carica. Inoltre, le batteria al grafene finora testate non hanno evidenziato segni di degradazione, neanche dopo 30 mila cicli di ricarica completa, mentre una normale batteria si esaurisce e già dopo 400 ricariche inizia a diminuire il livello di prestazione.

Ad oggi le batterie al grafene hanno ancora un elevato costo di produzione, non esistendo ancora un processo industrializzato. Tuttavia, viste le enormi potenzialità di questo dispositivo, è probabile che si decida di espandere la produzione in tutto il mondo, con grande vantaggio dell’ambiente e della salute nostra e dei nostri smartphone.

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