Il 18 settembre si celebra il bambù, la pianta regina della sostenibilità ambientale

In occasione del prossimo World Bamboo Day, Forever Bambù ripercorre i motivi per cui il bambù è una pianta così eccezionale: dall’assorbimento della CO2, ai prodotti che ne possono derivare fino alla sostituzione della plastica e altri inquinanti.

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© Eleonora Albasi on Unsplash

Oggi, 18 Settembre, si celebra la Giornata Mondiale del Bambù: una ricorrenza ideata dalla World Bamboo Organization per aumentare a livello globale la consapevolezza delle mille risorse di questa pianta straordinaria e sensibilizzare il pubblico sulle grandi sfide mondiali attuali in cui il bambù può giocare un ruolo risolutivo da protagonista: la sostenibilità ambientale e la carbon neutrality, l’alimentazione, la sostituzione della plastica e dei materiali da costruzione inquinanti.

In occasione della giornata mondiale, Forever Bambù – holding in ambito green economy e leader europeo nella piantumazione del bambù gigante – ripercorre tutti i motivi che rendono il bambù una pianta così straordinaria.

L’oro verde: la redditività del bambù per un’economia sostenibile

Usato da millenni in Asia, si è poi affermato a livello globale come “oro verde” a partire dalle prime coltivazioni industriali in Cina negli Anni Settanta, conquistando un ruolo sempre più importante nell’economia globale. Fino a pochi anni fa coltivato e commercializzato prevalentemente nei paesi asiatici – luoghi da cui è originario – ad oggi la domanda di bambù (e dei suoi derivati) è in costante crescita in tutto il mondo: il mercato maggiore, quello cinese, è cresciuto dai 21,6 miliardi del 2014 ai 33,5 del 2019 e si prevede che tocchi i 48,8 miliardi nel 2025, ovvero +126% in un decennio.

Sostenibilità e benefici ambientali del bambù

Le proprietà tecnico-fisiche e la velocità di crescita da Guinness lo rendono una valida alternativa al legname e una risposta alla deforestazione: se infatti un albero, una volta tagliato, va ripiantato e impiega anni a ricrescere, il bambù gigante Moso, la varietà coltivata dal 2014 da Forever Bambù, cresce fino a 15-20 metri di altezza e 15 cm di diametro e, una volta tagliato, ricresce in meno di 4 mesi, con una vita media di 80-120 anni.

Il bambù è inoltre in grado di assorbire molta più anidride carbonica rispetto alle piante più comuni, purificando l’aria che si respira (con benefici per la salute e la qualità della vita delle persone) e produce anche una grande quantità di ossigeno.

Il bambù, infatti, è una pianta estremamente ecosostenibile – spiega Mauro Lajo, esperto agronomico e cofondatore di Forever Bambù – e, grazie al nostro disciplinare agro-forestale esclusivo, siamo riusciti a massimizzarne la qualità e il potenziale di carbon sink, portando le nostre piante ad assorbire 36 volte più CO2 di un bosco misto della stessa grandezza”.

Forever Bambù: un progetto a tutela della biodiversità

Con Forever Bambù lavoriamo ogni giorno per sottrarre i terreni abbandonati dall’agricoltura intensiva alla cementificazione e realizzare bambuseti con il loro apparato radicale rizomatico migliorano l’assetto del suolo – continua Lajo – Mentre noi piantiamo foreste, un’enorme quantità di verde si perde ogni anno per via degli incendi boschivi che si sono verificati in Italia (quest’anno sono andati in fiamme più di 100.000 ettari di bosco)”.

Forever Bambù tutela la biodiversità: quando l’azienda acquista un nuovo terreno, non distrugge le specie vegetali già presenti, al contrario se ne prende cura per farle crescere forti e sane a fianco accanto al bambù. Ad esempio, nel comparto di Paganico (GR) Forever Bambù ha recuperato un uliveto abbandonato da 15 anni e che, grazie alle cure, gode ora di ottima salute e permetterà presto di produrre un olio di alta qualità.

Sempre a Paganico l’azienda ha rimesso in sesto una vigna Doc Montecucco (abbandonata da 20 anni), tra le più preziose e ricercate in Maremma. A Sovicille (SI), invece, l’azienda fondata da Rissone ha ospitato l’apiario di un apicoltore locale che ha approfittato della grande quantità di girasoli presenti tutt’intorno per produrre un ottimo miele integrale.

© zoo_monkey on Unsplash

Gli infiniti usi del lavoro: dall’alimentare, all’edilizio, dall’industria alle bioplastiche

Tra i suoi tanti pregi, la caratteristica più eclatante del bambù – che gli è valsa appunto il soprannome di “oro verde” – è la sua versatilità, se ne conoscono oltre 1500 utilizzi.

Il bambù, sotto forma di germogli, è largamente consumato in ambito alimentare. Con il loro sapore delicato e al tempo stesso gustoso e il loro alto apporto di fibre e altri importanti nutrienti, i germogli di bambù sono sempre più presenti nelle cucine di tutto il mondo.

In edilizia, nautica e arredamento, il bambù, grazie alla sua incredibile resistenza e al tempo stesso flessibilità, può sostituire acciaio e legno sia per i rivestimenti che per gli elementi strutturali: tra gli altri soprannomi del bambù c’è infatti anche quello di “acciaio vegetale”.

Nel settore tessile, il tessuto ricavato dalle fibre di bambù – morbido, resistente e traspirante, con proprietà antibatteriche e antifungine – è già ampiamente utilizzato anche nel lusso.

Infine, a renderlo un materiale così apprezzato è il fatto che può essere utilizzato come sostituto ecologico della plastica per la produzione di tantissimi oggetti di uso comune quali spazzolini, piatti, posate, arredi e accessori, sia di lunga che di breve durata. Forever Bambù ha avviato una ricerca in questo ambito con risultati molto promettenti.

Forever Bambù è un progetto di economia circolare e un investimento etico – spiega Emanuele Rissone, fondatore e Presidente di Forever Bambù – Proteggere il Pianeta e quindi preservarlo per le generazioni future è un obiettivo intrinseco al progetto stesso. I nostri bambuseti rappresentano infatti una soluzione naturale ed efficace per contrastare i principali problemi ambientali della nostra epoca: consumo del suolo, incendi boschivi, distruzione dell’ecosistema, inquinamento atmosferico… il tutto con un’ottima redditività per i nostri Soci!”.


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