La sostenibilità è sempre più di moda: ecco l’abbigliamento ecocompatibile

La rivoluzione “green” coinvolge anche il mondo della moda, che si è adattato perfettamente al concetto di sviluppo sostenibile

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L’abbigliamento ecocompatibile rappresenta una nuova opportunità di crescita per le aziende che operano nel settore della moda. Realizzando e vendendo capi d’abbigliamento costituiti da materiali naturali o riciclati è possibile soddisfare una domanda di mercato sempre più densa di consumatori “etici” ed attenti alle questioni ambientali.

Negli ultimi anni i concetti di sostenibilità ed economia circolare non rappresentano più un vincolo ma un’opportunità di crescita per le aziende che operano in qualsiasi settore. Dimostrare di operare in modo morale e vendendo prodotti ecocompatibili, consente alle imprese di ottenere un importante vantaggio competitivo rispetto alle altre concorrenti, dal momento che è in costante aumento il numero di consumatori orientati ad effettuare acquisti ecocompatibili.

Questa rivoluzione “green” non poteva non coinvolgere il mondo della moda, che si è adattato perfettamente al concetto di sviluppo sostenibile.

Il tessuto in plastica riciclata della collezione OXYDE per un futuro plastic free

La collezione OXYDE incarna alla perfezione il concetto di economia circolare che punta a minimizzare gli sprechi. A tal proposito, la collezione OXYDE mira a contribuire alla riduzione del fenomeno dei rifiuti di plastica che popolano mari e oceani.

L’intera collezione, infatti, è interamente realizzata con materiale REPREVE, ottenuto dal riciclo di bottiglie di plastica raccolte su più di 5000 spiagge in tutto il mondo. Il materiale REPREVE, ottenuto da bottiglie di plastica post-consumo, è in grado di assorbire l’umidità, è elastico e presenta un elevato grado di morbidezza. Tali caratteristiche lo rendono perfettamente compatibile con la realizzazione di capi d’abbigliamento sostenibili e green.

Considerando il problema relativo ai rifiuti di plastica che danneggiano ecosistemi acquatici e terrestri, e, di conseguenza, la salute umana, iniziative come quelle descritte nella collezione OXYDE risultano essere essenziali per contribuire alla riduzione del fenomeno dell’inquinamento causato da plastiche e microplastiche.

Alla base dell’abbigliamento sostenibile, però, ci sono anche una serie di materiali naturali, capaci di ridurre al minimo gli impatti ambientali attribuibili al settore della moda.

Canapa, bambù e bio cotone: ecco i materiali naturali per un abbigliamento sostenibile

L’abbigliamento sostenibile si basa sull’utilizzo di materiali di origine naturale trattati in modo biologico e caratterizzati da un processo produttivo compatibile con la tutela dell’ambiente.

La canapa, ad esempio, è una pianta dalle mille risorse che rientra perfettamente tra i materiali alla base dell’abbigliamento sostenibile. Dalla canapa, infatti, è possibile realizzare tessuti di alta qualità. La sua principale caratteristica è l’elevata resistenza, ma allo stesso tempo, è in grado di assorbire l’umidità e di svolgere la funzione di termoregolatore, assorbendo o cedendo il calore a seconda della temperatura del corpo. Il tessuto ha la capacità di proteggere il corpo dai raggi UV ed ostacola la nascita di batteri grazie alla sua funzione anti-microbica. Inoltre, per rendere più morbido ed elastico il tessuto, si potrebbe utilizzare la canapa insieme ad altri materiali come il cotone biologico.

Il bambù, come la canapa, è una pianta sostenibile, che non richiede grandi quantitativi di acqua per essere coltivata, di trattamenti chimici ed è in grado di risanare terreni e di pulire l’aria assorbendo l’anidride carbonica. Essendo biodegradabile al 100% è utilizzato in molti settori, come in quello tessile. Il tessuto che si ottiene dal bambù presenta delle caratteristiche uniche. Oltre ad essere un materiale naturale e sostenibile, è morbido come il cotone e simile alla seta al tatto. Come nel caso della canapa, il tessuto in bambù svolge una funzione anti-microbica, di termoregolatore e di protezione contro i raggi UV. È  inoltre, in grado di assorbire l’umidità ed è un tessuto indicato per chi ha una maggiore sensibilità cutanea, grazie alla sua funzione anallergica.

Per quanto riguarda il cotone biologico, invece, è un’alternativa sostenibile ed ecologica rispetto al cotone standard. La pianta di cotone coltivata con metodi tradizionali, prevede l’utilizzo di sostanze chimiche, come pesticidi e fertilizzanti, estremamente dannosi per l’ambiente. La coltivazione biologica del cotone, oltre ad evitare di sfruttare i terreni e poi abbandonarli, consente di minimizzare lo spreco di acqua e risorse, abolendo l’utilizzo di sostanze chimiche. Per essere sicuri che il capo d’abbigliamento che stiamo acquistando sia realizzato con criteri biologici, deve essere presente un certificato che attesti la sostenibilità dell’intero processo produttivo, fino all’etichettatura del prodotto finito. Il certificato più diffuso al mondo è il Global Organic Textile Standard (GOTS).

Dunque, anche il settore tessile si sta adattando alla necessità di minimizzare le emissioni inquinanti e gli impatti ambientali.

Un tale cambiamento è stato provocato non soltanto dalla necessità di ridurre le emissioni anche in tale settore, ma anche dalla ricerca dei consumatori di capi d’abbigliamento realizzati con materiali naturali o riciclati che, oltre ad avere caratteristiche e proprietà non inferiori rispetto ai materiali tradizionali, non presentano sostanze chimiche inquinanti e dannose per l’ambiente.

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