La crescita delle città sta provocando il consumo e la perdita di una risorsa ambientale fondamentale: il suolo. Tuttavia, il fenomeno è contrastabile investendo in opere di riqualificazione e rigenerazione in grado di trasformare aree urbane dismesse in quartieri attivi dal punto di vista economico e sociale.
Il fenomeno del consumo di suolo ed i dati in Italia
L’aumento demografico, la crescita delle aree urbane e delle attività industriali, comporta inevitabilmente, un aumento di edifici, strutture ed impianti che contribuiscono ad aggravare il fenomeno del consumo di suolo.
I dati nel nostro Paese non sono incoraggianti; secondo il rapporto 2019 di Ispra sul consumo di suolo, nel 2018, l’Italia, ha perso 24 metri quadrati per ogni ettaro di area verde, e, negli ultimi sei anni ha perso superfici verdi che erano in grado di produrre 3 milioni di quintali di prodotti agricoli e 20 mila quintali di prodotti legnosi utili per assicurare lo stoccaggio di circa 2 milioni di tonnellate di carbonio.
Il suolo con la sua ricchezza di biodiversità svolge funzioni molto importanti nei grandi cicli biogeochimici (come quelli del carbonio, dell’azoto e del fosforo), nei cicli dell’acqua, nella formazione e mantenimento degli ecosistemi terrestri e della presenza della vegetazione sulla Terra.
Ciò significa che, considerando l’importanza vitale del suolo per la vita sul pianeta, ed alla luce dei dati negativi sul consumo di suolo analizzati in precedenza, un peggioramento del quadro potrebbe arrecare ulteriori danni, aggravando gli effetti del cambiamento climatico.
La rigenerazione urbana: ecco la soluzione per contrastare il consumo di suolo
Fortunatamente il fenomeno del consumo di suolo può essere affrontato allontanandosi dal concetto di crescita incontrollata delle aree urbane ed avvicinandosi al principio di sviluppo sostenibile.
Per poter arginare il fenomeno del consumo del suolo, non limitando lo sviluppo di città e metropoli, occorre progettare processi di rigenerazione e riqualificazione di quartieri, ed intere aree urbane abbandonate.
In questo modo si rilancerebbe l’economia di intere zone della città ormai abbandonate.
La riqualificazione di un’area urbana, infatti, deve partire da nuovi concetti dell’abitare e del vivere gli spazi comuni, favorendo l’inclusione sociale e la condivisione degli spazi del quartiere. Il rilancio delle aree periferiche e la sicurezza del quartiere dipende, inoltre, dall’inserimento di nuove attività economiche in grado di attirare gli abitanti, ripopolando le aree precedentemente dismesse.
In questo modo, si creerebbero in modo naturale e fisiologico, le condizioni per comportamenti più etici e morali da parte dei cittadini, più coerenti con il contesto esterno, caratterizzato da piste ciclo-pedonali, strutture di ultima generazione, aree verdi curate e ben gestite e nuove attività commerciali capaci di attirare ragazzi, adulti ed intere famiglie.
Gli interventi di riqualificazione e rigenerazione, inoltre, consentono di ridurre le emissioni inquinanti (ad esempio dovute al traffico urbano) investendo sulla mobilità sostenibile (con incremento di aree verdi, piste ciclo-pedonali oppure incentivando il car-sharing e l’utilizzo dei veicoli elettrici) e su impianti capaci di sfruttare fonti energetiche rinnovabili, rendendo minimi gli impatti ambientali delle strutture presenti nell’area e migliorando la qualità della vita dei cittadini.
In definitiva i progetti di rigenerazione urbana potrebbero rivelarsi una soluzione vincente per poter garantire la crescita delle città, limitando il fenomeno del consumo di suolo e garantendo il miglioramento del benessere e della qualità della vita dei cittadini, con conseguenti vantaggi economici, ambientali e sociali ottenibili nelle zone “riqualificate” che diventerebbero strategiche per il futuro sviluppo delle aree urbane.