Agevolazioni al riciclo chimico danneggiano l’economia circolare

Secondo l'Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche (ASSORIMAP/CONFIMI Industria) la sostenibilità si favorisce con il riciclo meccanico della plastica e non con quello chimico.

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© Hans on Pixabay

Per sostenere lo sviluppo dell’economia circolare occorre puntare con forza sul riciclo meccanico della plastica. Non si possono condividere agevolazioni normative pro-riciclo chimico, che costituisce un’attività per il recupero dei rifiuti certamente non performante per l’ambiente. Si tratta infatti di agevolazioni che genererebbero una disparità di trattamento e quindi di concorrenza tra i due settori. È il monito lanciato dall’Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche (ASSORIMAP/CONFIMI Industria). È infatti necessario perseguire gli obiettivi del riciclo agevolando le produzioni ecosostenibili di beni e imballaggi. Al contrario, creare percorsi semplificati per forme di recupero chimico risulta anacronistico e, soprattutto, fuori dalle politiche che ha tracciato l’Unione Europea e che legano la sostenibilità al riciclo della plastica, individuata come il vero cuore dell’economia circolare.

Proprio in quest’ottica il decreto in materia di End of Waste sulle plastiche miste ha aperto preoccupanti scenari per lo sviluppo del riciclo meccanico delle plastiche e di conseguenza per la sostenibilità ambientale. Con la finalità di massimizzare il computo di riciclo effettivo in relazione ai nuovi obiettivi europei, la norma consente la cessazione della qualifica di rifiuto a materiali che necessiterebbero attività di recupero a cura di soggetti autorizzati. Vengono così poste le basi per gravi disparità tra le imprese che operano il riciclo meccanico delle plastiche, gravate da autorizzazioni, costi e controlli, e le attività del riciclo chimico, che sono completamente sollevate dagli stessi vincoli amministrativi ed economici.

“Secondo il Regolamento europeo sulla “Tassonomia Verde”, che fornisce una serie di criteri tecnici per classificare quali attività economiche contribuiscono maggiormente alla mitigazione e all’adattamento ai cambiamenti climatici, il riciclo meccanico è considerato il processo più sostenibile per il trattamento delle materie plastiche, poiché per ogni tonnellata di materia plastica riciclata si risparmiano 1,9 tonnellate di petrolio, si riducono le emissioni di CO2 di 1,4 di tonnellate, nonché quantità ingenti di energia elettrica : il riciclo chimico deve essere quindi inteso senza equivoci solo come sussidiario al riciclo meccanico, per le sole quote di materiale non riciclabile meccanicamente, generate dai processi di selezione e riciclo”, dichiara Walter Regis, Presidente di Associazione Nazionale Riciclatori e Rigeneratori Materie Plastiche (ASSORIMAP/CONFIMI Industria).

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