Si chiama Ecosia ed è il primo motore di ricerca green, che dichiara di devolvere l’80% dei proventi ricavati dalla pubblicità online ai programmi per la riforestazione, ad esempio in Amazzonia e in Burkina Faso. Ecosia è nato nel 2009 da un’idea del suo fondatore, il tedesco Christian Kroll e funziona in partnership con Bing (di proprietà della Microsoft), Yahoo e inizialmente anche con Wwf (ma solo quello tedesco).
Dare il proprio contributo all’ambiente tramite il motore di ricerca è semplicissimo: basta scaricare l’estensione disponibile per tutti i browser cliccando sul tasto download e iniziare la navigazione. Da quel momento il motore di ricerca predefinito sarà Ecosia che con gli introiti della pubblicità online acquisterà e pianterà alberi dove necessario. Sul sito del motore di ricerca si legge che ogni volta che un utente effettua una ricerca tramite Ecosia.org vengono “salvati” mediamente due metri quadrati di foresta pluviale.
A oggi sono più di 2 milioni gli utenti che utilizzano Ecosia attivamente come motore di ricerca e sono stati piantati oltre 52 milioni e 800 mila alberi che vuol dire di media un albero ogni 1.1 secondi circa per un totale di quasi 9 milioni e 100 mila euro donati. Al momento sono sedici i progetti attivi che prevedono il rimboschimento di altrettante zone: tra i primi ricordiamo quelli in Burkina Faso per contenere l’avanzata del deserto, in Perù nella regione di San Martin che negli anni 80 ha subito una delle deforestazioni più pesanti mai fatte dall’uomo e in Madagascar dove la posa di mangrovie dovrebbe favorire la fauna locale e ripopolare determinate zone che un tempo detenevano il record mondiale per la biodiversità.
A questi si sono aggiunti progetti in Uganda, per consentire agli scimpanzé di procreare in sicurezza, in Indonesia, dove si sta cercando di rendere l’ambiente più salubre e creare una valida alternativa all’olio di palma, ad Haiti, devastato dal terremoto che ha distrutto le coltivazioni, in Colombia dove si sta cercando di sostituire le piantagioni di coca con quelle di caffè, in Senegal per creare campi coltivati e migliorare la qualità dell’acqua, in Marocco dove attraverso le piantagioni di alberi da frutto si sta prevenendo lo spopolamento delle zone rurali, in Tanzania dove si punta a un turismo ecosostenibile, in Brasile per il riforestazione della foresta pluviale e delle aree intorno Sao Paulo, in Kenya dove i destinatari dei fondi sono principalmente donne che si occupano di preservare la biodiversità, in Ghana e in Etiopia dove attraverso gli alberi si punta a portare acqua e nuove fonti di cibo, in Nicaragua dove si mira a contrastare l’erosione del suolo, in Spagna per preservare la grande biodiversità del Paese europeo.
I progetti di riforestazione sostenuti da Ecosia – si legge sulla pagina Facebook del motore di ricerca – avrebbero nel tempo fornito lavoro a circa 30.000 persone.