Pavia, in arrivo la pista ciclabile green che si autoillumina di notte

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Foto dal sito dell'Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow (Polonia)

Una pista ciclabile che si illumina di notte diventando blu fosforescente. L’idea sarà presto realtà a Pavia, precisamente tra via Cà Bella (nel quartiere di Borgo Ticino) e il vicino comune di Travacò Siccomario. La nuova ciclabile green è già stata realizzata ad Amsterdam e a Lidzbark, in Polonia, e presto nascerà anche a sud del fiume Ticino, consentendo ai cittadini di percorrerla anche al buio senza l’ausilio di lampioni, grazie a un asfalto autoilluminante, trattato con resine particolari che sono in grado di assorbire la luce del sole per poi restituirla nelle ore notturne.

Le piste autoilluminanti, infatti, hanno lo scopo non solo di ridurre l’inquinamento promuovendo la mobilità sostenibile ma anche di contenere quello luminoso.

Questo sistema innovativo e completamente ecosostenibile è stato ideato dall’ Istituto Tecnologie del Futuro di Pruszkow, in Polonia, e trasforma l’asfalto in un manto cangiante che passa dal blu al verde e consente di evitare il ricorso all’illuminazione artificiale, che va a disturbare la fauna locale.

Il progetto, infatti, è nato proprio dall’esigenza di rispettare il vincolo ambientale a cui è sottoposta la zona compresa tra via Ca’ Bella e il comune di Travacò Siccomario, una piccola oasi in cui il rispetto per la natura è d’obbligo.

La pista ciclabile è stata fortemente voluta dai cittadini, soprattutto dall’associazione “Mei stò in burgh”, nata per tutelare l’ecosistema locale, che già tre anni fa presentò ufficialmente la proposta di una ciclabile green, ottenendo che venisse inserita nel bilancio partecipativo del Comune di Pavia.

Il risultato è stato un progetto che prevede l’utilizzo di una particolare tipologia di asfalto ricoperto da una resina che assorbe la luce del sole, rilasciandola poi di notte: i 5 km di percorso ciclabile, una volta realizzati, splenderanno al buio consentendo ai ciclisti di percorrerla anche in assenza di lampioni e altre forme di illuminazione artificiale.

Foto dal sito dell’Istituto tecnologie del futuro di Pruszkow

Questi primi cinque chilometri di ciclabile andranno a raccordarsi con le decine di chilometri di ciclabili già esistenti nella zona e a connettersi con la ciclovia che collega Venezia e Torino. Sarà un modo per valorizzare la zona anche dal punto di vista turistico, tutelando nello stesso tempo un ecosistema variegato e da proteggere, poiché la luminosità dei cristalli non disturberà la fauna della zona.

Il progetto avrà un costo di 260 mila euro pagati per metà dalla Regione Lombardia, con i finanziamenti che la regione stanzia per la creazione di nuove ciclovie sul territorio, e l’altra metà verrà coperta dal comune.

La nuova ciclabile di pavia è sicuramente innovativa per l’Italia ma non lo è in altri Paesi dove la bicicletta è ormai un modus vivendi. Ad Amsterdam esiste da tempo una pista ciclabile ad energia solare, la SolarRoad, pista ciclabile che collega i sobborghi di Krommenie e Wormerveer e che è ricoperta di pannelli solari che producono energia per illuminare il tracciato e alimentare i semafori.

Sempre nei Paesi Bassi, a confine con il Belgio, nel 2015 è stata inaugurata la Van Gogh-Roosegaarde, il “sentiero di Van Gogh”, una pista ciclabile rivestita da pietre luminose che si caricano durante il giorno e rilasciano luce di notte, ricordando il celebre dipinto “Notte stellata”.

In Polonia, invece, è stata recentemente inaugurata la pista di Lidzbark, illuminata grazie a un rivestimento composto da particelle di fosforo che catturano la luce del sole e poi la rilasciano una volta calato il buio.

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