Smog, in Europa le navi da crociera inquinano più di tutte le auto

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Venezia è la città italiana più esposta all’inquinamento atmosferico da navi da crociera. La città lagunare è al terzo posto assoluto della classifica stilata da Transport & Environment che, nel suo rapporto, ha esaminato 50 città portuali europee. Al primo posto in assoluto troviamo Barcellona, seguita da Palma di Maiorca. Quarto posto occupato da un’altra italiana, Civitavecchia, seguita dall’inglese Southampton.

Se guardiamo ai dati nazionali, invece, i paesi più colpiti dai fumi tossici emessi dal turismo di lusso dei giganti dei mari sono Spagna, Italia e Grecia, seguite da vicino da Francia e Norvegia.

A solcare i mari europei sono 203 navi da crociera, che navigano soprattutto nelle acque del Mediterraneo rilasciando nell’aria 62mila tonnellate di ossidi di zolfo, 155mila di ossidi di azoto, 10mila di polveri sottili e più di 10 tonnellate di CO2. Poco più di 200 navi da crociera, in particolare, producono circa 20 volte più ossidi di zolfo di tutte le auto d’Europa. Secondo il rapporto, Costa Crociere e MSC Crociere sono le compagnie che emettono la maggior quantità di inquinanti nei mari dell’Unione.

I paesi del Mediterraneo sono così esposti all’inquinamento da navi da crociera non solo perché sono le principali destinazioni turistiche, ma anche perché hanno standard meno rigidi per le emissioni navali. Nel Mare del Nord invece è in vigore una cosiddetta “Sulphur emission control area” che ha portato al dimezzamento delle emissioni grazie a un limite al tenore di zolfo contenuto nei carburanti fissato allo 0.1 per cento.

«Le navi da crociera di lusso sono città galleggianti alimentate da alcuni dei carburanti più sporchi possibili – spiega Faig Abbasov, responsabile della politica di spedizione di T & E – Le città stanno giustamente vietando le auto diesel inquinanti, ma stanno dando un passaggio gratuito alle compagnie di crociera che emettono fumi tossici che provocano danni incalcolabili sia ai passeggeri a bordo sia a chi si trova a vivere vicino ai porti di destinazione. Questo è inaccettabile».

In Italia, come nel resto d’Europa, le navi da crociera rilasciano nell’aria molte più sostanze tossiche delle automobili, aumentando notevolmente le concentrazioni di veleni a cui sono esposti i cittadini. A Civitavecchia, dove 76 navi stazionano per ben 5.466 ore all’anno, l’emissione di ossidi di zolfo è pari a circa 22.293 chili, quasi 55 volte la quantità prodotta dalle 33.591 auto circolanti in città. A questi si aggiungono oltre 500mila chili di ossidi di azoto, pari a 381 volte quelli emessi dai veicoli circolanti e 8.898 chili di particolato. Al dodicesimo posto della classifica troviamo Napoli, seguita da Genova. Poi La Spezia (18°), Savona (20°), Cagliari (30°), Palermo (35°), Messina (36°), Bari (50°).

Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che i fumi prodotti dai giganti dei mari determinano anche un incremento del rischio di tumori, dell’incidenza di asma, di malattie neurologiche e può determinare danni gravi al sistema cardiorespiratorio oltre che allo sviluppo degli organi del bambino.

Faig Abbasov ha proposto una soluzione che passa necessariamente da un’azione governativa comune: «Ci sono abbastanza tecnologie per rendere le navi da crociera sostenibili. Sulla costa, l’elettricità può aiutare a ridurre le emissioni in entrata. Le batterie sono una soluzione per le distanze più brevi mentre la tecnologia dell’idrogeno può alimentare anche le navi più grandi. A quanto pare, però, il settore delle crociere non è disposto a effettuare il passaggio volontariamente, quindi abbiamo bisogno che i governi intervengano e impongano standard di emissioni zero».

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