Coca-cola è il marchio più inquinante, produce la maggior parte dei rifiuti di plastica

Coca Cola, Nestle e Pepsi i marchi più trovati sulle spiagge. Lo rivela l'ultimo rapporto del movimento Break Free From Plastic che a settembre ha condotto oltre quattrocentottanta azioni di pulizia in oltre 50 paesi e 6 continenti

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Per il secondo anno consecutivo Coca-Cola, Nestlé e PepsiCo sono le prime tre società a cui appartengono le migliaia di rifiuti plastici trovati in oltre quattrocentottanta azioni di pulizia in oltre 50 paesi e 6 continenti, organizzate a settembre dal movimento Break Free From Plastic, di cui fanno parte più di mille e ottocento organizzazioni, tra le quali Zero Waste Europe e Greenpeace.

Durante la grande operazione di pulizia avvenuta lo scorso settembre, i volontari hanno raccolto ben 11mila oggetti in plastica a marchio Coca-cola, che vince il primo posto nella classifica delle aziende responsabili dell’inquinamento da plastica. Al secondo e terzo posto troviamo poi Nestlé e PepsiCo, seguite da Mondelēz International – produttore di noti di snack tra cui Oreo e Ritz – Unilever, Mars, P&G, Colgate-Palmolive, Phillip Morris e Perfetti Van Melle. Più della metà della plastica raccolta era consumata al punto da rendere impossibile l’identificazione del produttore.

Tutti i dati del brand audit sono contenuti nel rapporto “BRANDED Volume II: Identifying the World’s Top Corporate Plastic Polluters”. Secondo Von Hernandez, coordinatore globale di Break Free From Plastic movimento, la ricerca “fornisce ulteriori prove del fatto che le aziende devono urgentemente fare di più per affrontare la crisi dell’inquinamento da plastica che hanno creato. La loro continua dipendenza dagli imballaggi monouso si traduce nel pompare più plastica da buttare nell’ambiente. Il riciclo non risolverà questo problema. Break Free From Plastic chiede alle aziende di ridurre urgentemente la loro produzione di plastica monouso e di trovare soluzioni innovative incentrate su sistemi di consegna alternativi che non creino inquinamento”.

Coca-Cola è il primo produttore di rifiuti di plastica in Africa ed Europa, il secondo in Asia e Sud America, ma solo quinto in Nord America. Là infatti a produrre la quantità maggiore di rifiuti plastici è Nestlé, seguita da Solo Cup e Starbucks.

“Ricordiamo che proprio le stesse Coca Cola, Nestlè e Pepsi, solo pochi mesi fa, avevano affermato di voler intervenire sul problema e contribuire a ridurre la portata di questa emergenza – afferma il portavoce di Greenpeace Italia – Eppure quel che concretamente queste aziende hanno fatto è stato affidarsi a tutta una serie di false soluzioni (come carta e bioplastiche) che rischiano di generare ulteriori impatti a livello ambientale e che a noi sembrano più che altro specchietti per le allodole”.

“Non c’è altra soluzione: bisogna ridurre subito la produzione di plastica usa e getta e le multinazionali devono impegnarsi molto di più per rimediare alla crisi dell’inquinamento da plastica che hanno creato – prosegue l’organizzazione – La dipendenza di queste aziende dalla plastica, infatti, ha un impatto devastante sull’ambiente che non può essere contrastato semplicemente riciclando la plastica o affidandosi a materiali alternativi, ma piuttosto investendo in sistemi di consegna dei prodotti basati sul riuso e sulla ricarica e che soprattutto non prevedano il ricorso al packaging monouso”.

Le società maggiormente responsabili – Coca-Cola, Nestlé e PepsiCo – hanno offerto soluzioni per lo più false alla crisi delle materie plastiche: “Queste strategie proteggono in gran parte il modello commerciale obsoleto che ha causato la crisi dell’inquinamento da plastica – ha affermato Abigail Aguilar, coordinatore della campagna per la plastica nel sud-est asiatico di Greenpeace – e non faranno nulla per impedire a questi marchi di essere nuovamente nominati i migliori inquinatori in futuro”.

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