Inquinamento atmosferico, il lockdown ha evitato 11.000 morti

Uno studio del CREA su 21 paesi europei ha scoperto che il blocco dovuto al coronavirus ha ridotto i decessi per malattie legate all’inquinamento dell'aria

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Le misure per combattere il coronavirus hanno portato a un drastico miglioramento della qualità dell’aria in Europa e, di conseguenza, benefici per la salute che hanno permesso di evitare 11.300 morti premature. Secondo la valutazione del Crea, le misure per combattere l’epidemia hanno portato in tutta Europa a riduzioni senza precedenti della combustione di carbone e petrolio e dell’inquinamento atmosferico associato.

Secondo i ricercatori del Center for Research on Energy and Clean Air (CREA) di Helsinki, il lockdown ha portato a una riduzione di circa il 40% del livello medio di inquinamento da biossido di azoto (NO2) e una riduzione del 10% del livello medio di inquinamento da particolato negli ultimi 30 giorni, causando 11.000 morti evitate a causa dell’inquinamento atmosferico.

In Itala, il calo dell’inquinamento da NO2 è stato addirittura più alto della media Europa (43%), mentre quello del particolato è stato del 5%.

Il maggior numero di morti per inquinamento evitate è stato registrato in Germania (2.083), seguita da Regno Unito (1.752), Italia (1.490), Francia (1.230) e Spagna (1.083). Quasi il 40% delle riduzioni della mortalità erano correlate a insufficienza cardiaca, il 17% a disturbi polmonari come bronchite ed enfisema e il 13% a ictus e cancro.

I benefici per la salute derivano dal fatto che la produzione di energia dal carbone è diminuita del 37% e il consumo di petrolio di circa 1/3. La combustione di carbone e petrolio è la principale fonte di inquinamento da NO2 e la principale fonte di inquinamento da particolato in Europa.

Lo studio, che ha interessato 21 paesi europei tra cui Germania, Italia e UK, ha scoperto che il blocco delle attività potrebbe determinare 6.000 nuovi casi in meno di asma nei bambini. Allo stesso tempo, i ricercatori hanno notato che un’esposizione prolungata all’inquinamento atmosferico prima della pandemia potrebbe aver causato o esacerbato diabete, malattie polmonari, malattie cardiache e cancro, tutte condizioni che hanno contribuito ad aumentare il rischio di morte per i pazienti covid-19.

L’analisi dell’impatto sulla salute evidenzia anche come la riduzione dell’inquinamento atmosferico stia contribuendo ad alleggerire il carico sul sistema sanitario al momento provato dell’epidemia.

“Quando le restrizioni saranno completamente revocate – commentano dal CREA – i decisori europei potranno continuare ad attuare politiche per rendere più ecologiche le reti elettriche e i sistemi di trasporto al fine di rendere più azzurri i nostri cieli in modo da non tornare a un forte inquinamento. È essenziale che i responsabili delle decisioni europei diano la priorità all’aria pulita, all’energia rinnovabile e alla mobilità sostenibile come parte dei piani per riprendersi dalla crisi”.

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