Scoperta discarica illegale di maiali nell’allevamento horror a Cremona

La Lav mostra le immagini raccapriccianti di quello che avviene nell'allevamento degli orrori nel cremonese, con maltrattamenti, violenze e carcasse smaltite illegalmente

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© Lav

Una situazione spaventosa quella scoperta in provincia di Cremona: una vera e propria discarica di suini morti, con tutte le conseguenze sanitarie e ambientali che questo comporta. Senza contare le condizioni igieniche precarie in cui versavano gli animali vivi, con spazi infestati da topi e scarafaggi, maltrattamenti e percosse, mutilazioni illegali (taglio sistematico della coda, castrazione oltre i 7 giorni).

Con una videoinchiesta in esclusiva per la campagna che ilfattoquotidiano.it in collaborazione con la Lav ha realizzato sui costi sanitari e ambientali della carne, la giornalista Giulia Innocenzi mostra le immagini di un allevamento nel cremonese, che ospita ben 3mila maiali, che vengono macellati per la produzione di prodotti DOP che arrivano sulle nostre tavole. Ha mostrato inoltre la discarica illegale dove vengono buttate le carcasse per risparmiare sui costi di smaltimento. Una pratica portata avanti per molti mesi, come dimostrano le immagini interne ricevute dalla Lav.

Una situazione che, come spiegano gli esperti, può provocare l’inquinamento della falda acquifera con la dispersione ambientale di agenti patogeni presenti nei suini e che possono essere trasmessi, oltre che da animale ad animale, anche dal suino all’uomo, come nel caso dell’epatite E e della salmonellosi. Senza considerare il rischio rappresentato da altri animali che, cibandosi delle carcasse, potrebbero fungere da amplificatore di queste patologie.

Situazione di cui, evidentemente, nessuno si era mai accorto, ma di cui sono testimonianze immagini filmate per mesi, da febbraio a settembre 2020 e, ancora, a febbraio 2021 e ricevute dalla Lega Anti Vivisezione.

Interpellato davanti alla sua azienda, il proprietario ha ammesso di gettare i maiali nella discarica per abbattere i costi, ma nega che ci siano dei rischi: “Malattie? Ma no, come fanno a trasmettersi?”.

Una volta scoperta la fossa scavata all’esterno con carcasse di suini morti, Giulia Innocenzi ha allertato la Forestale e, dopo qualche ora, sono arrivati due veterinari dell’azienda locale, l’Ats Val Padana di Cremona e i carabinieri dei Nas (Nuclei Antisofisticazioni e Sanità), da cui è partita una denuncia per inquinamento ambientale. Non è stato eseguito alcun sequestro.

Nell’immediato l’Ats Val Padana ha imposto delle prescrizioni sanitarie urgenti, altre sono arrivate nei giorni successivi. E, ha spiegato a ilfattoquotidiano.it Maurilio Giorgi, direttore del Dipartimento di Prevenzione Veterinaria dell’Ats Valpadana di Cremona “i Servizi veterinari stanno predisponendo tutti i documenti che sarà l’autorità giudiziaria a valutare per procedere, eventualmente, con la contestazione del reato di maltrattamento”.

© Lav

Non è escluso, dunque, che si arrivi a sanzioni pesanti e al sequestro che, spiega Giorgi, “nell’immediato avrebbe anche creato il problema della gestione degli animali vivi all’interno della struttura”. La Lav, invece, ha già presentato alla Procura della Repubblica una denuncia per maltrattamenti di animali.

“Questo modello produttivo non è solo contro gli animali – sostiene Roberto Bennati, direttore generale della LAV – mandati al macello, ma anche insostenibile in termini di impatto e chiediamo che le Istituzioni nazionali inizino una politica di transizione alimentare verso le proteine vegetali e che si fermi il fiume di denaro pubblico che permette alla zootecnia di tenere gli animali in questa condizioni vergognose, provocando danni alla salute di milioni di cittadini”.

Proprio in tema di impatto sanitario e ambientale dei consumi di carne, LAV ha recentemente diffuso i risultati di una ricerca scientifica indipendente, realizzata da Demetra, Società di consulenza sulla sostenibilità: in un anno sulla collettività gravano ben 36,6 miliardi di euro di costi “nascosti” generati dal consumo di carne in Italia. Infatti, il ciclo di produzione e del consumo di carne, latte e uova genera danni ambientali e sanitari i cui costi non sono compresi nel prezzo che i cittadini pagano alla cassa del supermercato.

Considerando gli impatti ambientali e sanitari, 100 gr di maiale corrispondono ad 1 euro, mentre sia i salumi (suino lavorato) che il bovino, giungono a 1,90 euro di costi non compresi nel prezzo di acquisto, 50 centesimi è invece il costo aggiuntivo di 100 gr di pollo.

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