Continua la mia ricerca con il forestale e naturalista Antonio De Bona sull’affascinante e misterioso mondo degli alberi. Oggi vogliamo portarvi alla scoperta delle molteplici simbologie che da secoli pongono l’albero al centro delle culture e delle religioni più antiche, tra storia, letteratura e mitologia, ma non solo…
Agli alberi sono stati attribuiti da sempre significati sacri e simbolici: gli esseri umani, osservando la loro crescita e la loro morte, l’elasticità dei loro rami, la decadenza annuale e la ricrescita del loro fogliame, li hanno considerati e venerati come simboli di crescita, decadimento e resurrezione.
La rappresentazione simbolica più antica della costruzione dell’universo è quella racchiusa dal concetto di “Albero del Mondo” o “Albero cosmico”, che svolge la funzione di asse dell’universo (Axis Mundi) e quindi di collegamento tra Cielo e Terra, attraverso rami e radici. Secondo la mitologia ungherese, il mondo è diviso in tre sfere (Mondo Superiore, Mondo di Mezzo e Mondo Sotterraneo) collegate tra di loro da un alto albero, chiamato Világfa, appunto “Albero del Mondo”, che in alcuni racconti produce anche frutti, per la precisione mele d’oro.
Nella mitologia scandinava, invece, l’albero cosmico è Yggdrasill, un frassino che sorregge con i suoi possenti rami i nove mondi (che costituiscono l’intero universo) ed è la fonte della vita, del sapere e del destino. L’albero del mondo è presente anche nella mitologia slava e finlandese sotto forma di quercia, in Siberia sotto forma di betulla e di larice, nell’Islam come un ulivo e nell’induismo con il nome di Ashvastha o fico sacro (Ficus religiosa).
Simile l’analogia con l’albero della vita: la sua struttura, legata saldamente alla terra tramite le copiose radici, ma protesa verso il cielo con le rigogliose fronde, è simbolo della vita, del mondo e della conoscenza, presso molti popoli. Rigoglioso, dal tronco forte e nodoso, spesso viene racchiuso in un cerchio, dato principalmente dalla forma che assumono la chioma e l’apparato radicale, che si estendono fin quasi a toccarsi.
Anche se le interpretazioni sono molteplici, l’albero della vita rappresenta, in un certo senso, tutte le fasi di cui si compone l’esistenza: le radici sono ciò che ci àncora al passato e ci dà solidità, permettendoci di crescere e prosperare, e rappresentano quindi la famiglia, gli affetti e i valori; il tronco, robusto e resistente, rappresenta il percorso di elevazione dalla terra verso il cielo, ma anche la forza che bisogna mettere nell’affrontare le numerose sfide e insidie della vita; le numerose foglie della chioma, invece, sono il futuro, verde e pieno di speranza, e i frutti maturi, rari e preziosi, potrebbero rappresentare le nuove vite che si affacciano al mondo, ma anche le occasioni che si presentano nella nostra vita e che non dobbiamo lasciarci sfuggire. Ecco, quindi, che l’albero della vita racchiude in sé molteplici significati simbolici, che vanno dalla rinascita alla pace, dalla prosperità alla famiglia, fino ad arrivare alla forza e alla fede.
Nella tradizione biblica l’Albero della Vita compare nella Genesi al fianco dell’Albero della Conoscenza del Bene e del Male. In realtà, per alcuni autori, questi due alberi sarebbero un unico albero simbolico che rimanda a Dio stesso, in quanto fonte di vita (l’albero della vita) e al suo senso ultimo (l’albero della conoscenza del bene e del male).
Platone, nel suo Timeo, descrive l’uomo come una pianta, non terrestre ma “celeste”, un albero rovesciato le cui radici protendono verso il cielo e i rami verso la terra: “[…] tenendo appesa la nostra testa e radice proprio là, da dove l’anima ha tratto la prima origine, l’elemento divino tiene dritto tutto il nostro corpo”.
Anche Dante, nel Purgatorio (canto XXII), parla di un albero rovesciato, con frutti dal dolce e piacevole profumo, che via via diventava sempre più rado verso il basso, forse per impedire che qualcuno potesse arrampicarvisi. Dal modo in cui parla Dante, infatti, si deduce che l’albero possa essere l’immagine riflessa e rovesciata dell’Albero della Vita, di cui le anime del Purgatorio non possono cibarsi e sul quale non possono salire.
L’albero, secondo il fondatore della psicologia analitica Carl Gustav Jung, è uno degli archetipi simbolici dell’inconscio collettivo, presenti in tutte le culture. Jung notò che l’immagine dell’albero appariva ai suoi pazienti nei momenti di crisi, come sostegno nel processo di integrazione e di crescita. Queste persone, infatti, nonostante fossero ignare del significato simbolico che si celava dietro la figura dell’albero, sognavano o dipingevano in maniera assolutamente spontanea motivi arborei, traendone beneficio. L’immagine dell’albero, dunque, ha un potere terapeutico ed evocativo di risonanze profonde nella nostra psiche e diventa simbolo della persona, della sua storia e della sua evoluzione.
Gli alberi sono anche raffigurati su molte bandiere, monete, banconote e stemmi araldici, eletti a simbolo dei diversi Stati del mondo. Basti pensare al cedro verde (Cedrus libani) che campeggia al centro della bandiera del Libano, simbolo di immortalità e fermezza, o alla pianta di mogano (Swietenia humilis) raffigurata sullo stemma del Belize, a simboleggiare l’importanza del commercio di questo legno nel Paese tra il XVIII e il XIX secolo.
O, ancora, alla foglia rossa stilizzata dell’acero da zucchero (Acer saccharum) raffigurata sulla bandiera del Canada, famoso proprio per le foreste di aceri che si estendono in tutto il Paese e per lo sciroppo che si ricava da queste piante. Un riferimento all’emblema della Repubblica Italiana, a questo punto, è d’obbligo: la ruota dentata, che rappresenta il lavoro, e la Stella d’Italia, sono racchiuse da un ramo di quercia (sulla destra) che simboleggia la forza e la dignità del popolo italiano, e da uno di olivo (sulla sinistra) simbolo della volontà di pace della nazione, intesa sia come concordia interna, sia come fratellanza internazionale. Un ramoscello di quercia è raffigurato anche sulle monete tedesche da 1, 2 e 5 centesimi, mentre sulle monete francesi da 1 e 2 Euro è raffigurato l’albero della vita, racchiuso in un esagono simboleggiante i confini della nazione.
Gli alberi affascinano l’uomo da millenni: la loro longevità, la loro forza e la loro maestosità li hanno resi, e li rendono tutt’oggi, sacri per molti popoli. Le loro valenze simboliche sono molteplici in tutto il mondo e accomunano credenze, tradizioni e culture estremamente diverse tra loro e, apparentemente, molto distanti. Questo deve farci tenere bene a mente che la nostra esistenza è da sempre strettamente ed indissolubilmente legata a quella degli alberi e che un ritorno alla natura è quanto mai necessario per ritrovare quella magica ed arcaica connessione con questi esseri, tanto misteriosi quanto essenziali per la nostra sopravvivenza sul Pianeta Terra.
L’albero rappresenta, fin dai tempi più antichi, il simbolo e l’espressione della vita, dell’equilibrio e della saggezza. (Jean Giono)