Mare Monstrum, nel 2019 +15,6% reati ambientali contro mari e coste

Abusivismo edilizio, inquinamento, pesca illegale: i dati del dossier dell’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente

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Colate di cemento illegale e consumo di suolo costiero che cancellano dune e inghiottono metri di sabbia, cattiva – e in molti casi assente – depurazione delle acque, pesca di frodo incontrollata. I nemici del mare e delle coste italiane hanno sempre gli stessi nomi e normative inadeguate a cui appigliarsi, come raccontano i numeri e le storie di Mare Monstrum 2020: 23.623 i reati contestati nel 2019, con un incremento del 15,6% rispetto al 2018.

È quanto emerge dal dossier redatto dall’Osservatorio nazionale Ambiente e legalità di Legambiente che vede oltre la metà delle infrazioni contestate (il 52,3%) concentrarsi tra Campania, Puglia, Sicilia e Calabria. Sono invece 6.486 i sequestri effettuati (con un incremento dell’11,2%), per un valore economico che ammonta a circa 520 milioni di euro.

La fotografia restituita da Mare Monstrum dà la misura di un’aggressione all’ecosistema marino che non concede deroghe agli impegni sul fronte ambientale. In testa ai reati nelle regioni litoranee, quelli legati al ciclo del cemento (il 42,5% del totale), comparto nel quale è la Campania a guidare la classifica, seguita da Puglia, Lazio, Calabria e Sicilia. Dalla Costiera amalfitana alla Scala dei Turchi, dal Salento al litorale calabrese con Isola di Capo Rizzuto, fino alle isole minori come Lampedusa, Capri, le Eolie, le perle del Mare Nostrum sono costantemente preda degli appetiti degli abusivi, che non risparmiano posti idrogeologicamente fragili come Ischia; mentre in Sicilia fa eco un nuovo tentativo di condono contro cui Legambiente si sta battendo.

Seconda voce con il maggior peso nel dossier, il mare inquinato, correlato al problema cronico della depurazione: secondo l’Istat poco più del 44% dei Comuni italiani è dotato di impianti di depurazione adeguati agli standard Ue. Addirittura, in 342 comuni il servizio di depurazione delle acque reflue urbane è del tutto assente: le maggiori criticità in Sicilia, Calabria e Campania. Nel complesso, l’inquinamento da cattiva depurazione, scarichi fognari e idrocarburi ha registrato 7.813 infrazioni nel 2019, il 33,1% delle illegalità accertate a danno del mare.

C’è poi il capitolo pesca illegale che rappresenta il 22% delle infrazioni accertate, con 555mila chili di pescato, 69mila metri di reti killer e oltre 7.500 attrezzi da pesca sequestrati: in testa la Sicilia, seguita da Campania, Puglia, Liguria, Sardegna.

Occhi puntati sulla questione spiagge libere, che torna di grande attualità, e sull’emergenza erosione costiera, che negli ultimi anni ha subito un’accelerazione notevole. Legambiente racconterà, attraverso un sito ad hoc sulla trasformazione dei paesaggi costieri, come l’erosione stia modificando la loro fisionomia e come i processi edilizi, climatici ed erosivi mettano a rischio i litorali italiani. I cambiamenti climatici continueranno a essere al centro dell’attenzione di Legambiente, con la campagna Change Climate Change: previste azioni contro le fonti fossili, le trivellazioni in particolare, e in favore delle rinnovabili, in primis l’eolico offshore.

“I dati di Mare Monstrum e delle Golette dello scorso anno ci parlano di acque in preda a vecchie e nuove minacce. Dal marine litter, cui si aggiunge la dispersione dei dispositivi di protezione, agli scarichi illegali e all’abusivismo. Per questo, siamo pronti a ripartire con Goletta Verde e Goletta dei laghi in una formula inedita per capillarità e diffusione”, spiega Giorgio Zampetti, direttore generale di Legambiente.

In campo, nel 2020, una straordinaria operazione di citizen science, con centinaia di volontari impegnati direttamente nei campionamenti delle acque e nel censimento dei rifiuti lungo le coste. “Spetta a noi cittadini e alle istituzioni avere cura dell’ecosistema acquatico. Servono certamente più controlli e migliori strumenti per monitorare i territori; un’accelerazione nella lotta all’abusivismo edilizio che solo una riforma più incisiva della legge può garantire; una profonda modifica normativa del settore della pesca, con sanzioni più efficaci per chi saccheggia il mare. Quanto alla cattiva depurazione, è la vera opera incompiuta del nostro Paese, per la quale siamo già stati condannati dall’Ue a pagare 25 milioni di euro, cui se ne aggiungono 30 ogni semestre di ritardo nella messa a norma. Risorse che potremmo destinare ad adeguare gli impianti, mentre siamo qui a raccontare di inadempienze e irresponsabilità. Le Golette, per fortuna, ci parlano anche di amministratori virtuosi e buone pratiche, a conferma che l’attenzione all’ambiente è la chiave per la ripartenza”.

Partner di Goletta Verde e di Goletta dei laghi 2020 sono Conou, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda attiva nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Partner sostenitore di Goletta Verde è invece Ricrea, Consorzio nazionale per il riciclo e il recupero degli imballaggi in acciaio.

“Preservare l’integrità degli ecosistemi acquatici è un obiettivo centrale per il Conou, impegnato da 36 anni a evitare che un rifiuto pericoloso come l’olio lubrificante usato possa danneggiare i nostri mari e laghi – dichiara Paolo Tomasi, presidente del Conou – Basti pensare che, dall’inizio della sua attività, il Consorzio ha salvato dall’inquinamento una superficie grande due volte il mar Mediterraneo”.

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