Il New European Bauhaus e il futuro green dell’Europa

Un progetto per coniugare con resilienza il cambiamento climatico insieme alla capacità di salvaguardare l’ambiente attraverso un nuovo modo di costruire e vivere

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Il New European Bauhaus fa parte del NextGenerationEU, il piano da 750 milioni di euro varato dall’Unione Europea per favorire la ripresa, soprattutto in considerazione degli effetti della pandemia sul territorio.

Basato sui principi della Bauhaus di Gropius, il New European Bauhaus è un progetto ambientale, economico e culturale che avrà il compito di modificare il volto dell’Unione Europea; l’idea è quella di agire in ottica interdisciplinare favorendo il dialogo della scienza con la tecnologia e, più in generale, tra cultura e arte, come già la Bauhaus ci aveva insegnato.

Esso vuole essere l’inizio di una rivoluzione estetica e urbanistica in chiave green, all’insegna dell’ecosostenibilità, in linea con quanto espresso in passato dagli architetti e dai designer della Bauhaus; anche se l’obiettivo principale della strategia europea rimane quello di ridurre le emissioni e la povertà energetica, generando molteplici vantaggi dal punto di vista economico, ambientale e sociale.

L’eredità di quel movimento, infatti, non è rimasta inascoltata e continua ad influenzare l’architettura e l’urbanistica ancora oggi; non bisogna, tra le altre cose sottovalutare la portata rivoluzionaria del pensiero della Bauhaus grazie all’estetica modernista, all’internazionalismo e al progressismo sociale. Recuperare il lavoro di architetti come Mies van der Rohe e Marcel Breuer equivale, in qualche modo, ad un recupero dell’identità europea come sprone verso un cambiamento futuro.

La Bauhaus non era semplicemente una scuola d’architettura, in quanto aveva anche il ruolo di una scuola d’arte applicata. L’obiettivo fondamentale era ricercare un metodo attraverso il quale si potesse giungere al progetto e al design con una rigorosa analisi funzionale degli oggetti e degli edifici. La priorità, quindi, non era lo stile, ma la ricerca di soluzioni razionalmente funzionali.

Il motto della scuola, ripreso da Ernesto Rogers nella Carta di Atene nel 1952, fu «Dal cucchiaio alla città», che indicava quanto il metodo della Bauhaus fosse applicabile tanto alla progettazione di piccoli oggetti quanto alla progettazione di intere città, su tutti i livelli di scala. Infatti, il cucchiaio si riferiva alla scala più piccola e, allo stesso tempo, alla sfera privata ed intima, mentre la città indicava la scala più grande, ma anche la sfera pubblica.

Il progetto è costituito da tre fasi. Nella prima fase di progettazione è previsto un dialogo e un confronto tra designer, architetti, artisti, esperti digitali, scienziati, imprenditori, ingegneri e studenti con il fine di valutare nuove idee e dar vita ad un vero e proprio movimento.

In un secondo momento cinque progetti verranno consegnati a diversi stati dell’Unione e dovranno essere portati avanti con l’obiettivo di mettere insieme arte, cultura e sostenibilità, in accordo con l’innovazione digitale, l’efficienza energetica, i materiali naturali da costruzione e le condizioni locali.

L’ultima fase riguarda la diffusione delle idee oltre il territorio europeo, ma anche tra la gente. La sostenibilità, la riconnessione con la natura e la costruzione di edifici e città in sintonia con il verde dovranno diventare un nuovo modo di sentire l’ambiente e di concepire il paesaggio.

L’edilizia, infatti, è un settore che necessita di maggiore sostenibilità, considerato il fatto che è causa del 40% di emissioni di CO2 nell’intero continente. L’unica strada da intraprendere è quella di costruire con il minore impatto possibile mettendo in primo piano la ristrutturazione del preesistente patrimonio edilizio e aumentando gli investimenti in energia pulita.

Ispirarsi alla Bauhaus significa, in definitiva, avere un approccio interdisciplinare verso l’urbanistica e l’edilizia e dare importanza alla funzionalità e alla sostenibilità. Un grande insegnamento che trova il suo doppio in quanto abbiamo appreso dalla pandemia: migliorare il nostro rapporto con l’ambiente si rivelerà la migliore soluzione possibile a tutti i nostri attuali problemi.

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