L’Italia si gioca tutto nella partita alla conquista dell’idrogeno verde

L'idrogeno rappresenta l'energia del futuro, ma come si produce? E che ruolo avrà l'Italia nella transizione green?

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C’è un piccolo, leggerissimo elemento che prenderà per mano l’Europa per accompagnarla verso la neutralità climatica entro il 2050. Si tratta dell’idrogeno, che farà la parte del leone nel processo di decarbonizzazione previsto dal Green Deal Europeo voluto fortemente dalla presidente della Commissione Ursula Von Der Leyen.

Entro la metà del secolo il Vecchio Continente raggiungerà l’obiettivo “zero emissioni” e l’idrogeno verde, cioè quello estratto attraverso l’uso di fonti rinnovabili come l’energia eolica o quella solare, giocherà un ruolo fondamentale in questo processo di transizione.

Prima di andare avanti, occorre tenere a mente che l’idrogeno fa la parte del vettore nel processo energetico. Infatti, non essendo presente quasi mai da solo in natura (lo troviamo per esempio nell’acqua) è necessario distruggere le molecole nelle quali si trova per averlo da solo. In base a come avviene questo processo di estrazione si hanno i diversi colori dell’idrogeno, dal nero al verde.

Sostanzialmente per estrarre idrogeno si fa attraversare l’acqua da un getto di corrente elettrica molto potente (elettrolisi). Se questa corrente viene da una centrale a carbone o a petrolio allora si avrà un idrogeno nero, se invece viene da una centrale nucleare allora sarà viola. Sarà invece grigio (ed è quello oggi utilizzato maggiormente) se estratto dal metano, blu se estratto da idrocarburi fossili e infine verde se, come detto prima, la corrente usata per scindere la molecola dell’acqua deriva da fonti rinnovabili.

Il piano UE per un’Europa più pulita

Inutile dirlo, la produzione di idrogeno verde è anche la più costosa, ma il piano trentennale della Commissione Europea è tutto orientato all’abbattimento dei costi. Per farlo ha dato vita alla Clean Hydrogen Alliance, che riunisce imprese pubbliche e private impegnate nella produzione di idrogeno rinnovabile che vogliano contribuire al raggiungimento degli obiettivi Ue.

Il programma del Green Deal, che prevede investimenti da 180 fino a 470 miliardi di euro, prevede la produzione di 10 milioni di tonnellate di idrogeno verde entro il 2030, primo vero spartiacque nel progetto. Entro quella data, infatti, si dovrebbe essere abbattuto circa il 55% delle emissioni, per poi arrivare al 100% nel 2050.

Come ci si arriverà? Nel passaggio dall’idrogeno nero a quello verde sarà importante il passaggio da quello blu, prodotto dallo stoccaggio del carbonio, che farà da ponte tra i due sistemi.

Il ruolo strategico dell’Italia

L’Italia però potrà giocare un ruolo fondamentale in questa partita. Come è stato delineato nello studio “H2 Italy 2050”, realizzato da The European House-Ambrosetti in collaborazione con Snam, il nostro Paese può fare la parte del leader nella decarbonizzazione europea, ma per farlo deve dotarsi di una strategia a lungo termine.

Nello studio, gli elementi considerati come fondamentali e sui cui l’Italia dovrà puntare sono la posizione geografica di ponte nel Mediterraneo e la già consolidata rete di trasporto del gas.

Al termine dello scorso anno il ministero dello Sviluppo Economico ha presentato le prime linee guida del piano per il prossimo decennio, in cui decisive saranno le risorse che arriveranno dal Recovery Fund, dall’Innovation Fund (programma della Commissione che investe sulle tecnologie pulite) e dal PON 2021-2027.

Per produrre idrogeno verde che soddisfi una domanda del 2% entro il 2030 sarà necessario investire circa 10 miliardi di euro, a cui vanno aggiunti i soldi necessari per diffondere il più possibile le energie rinnovabili. Un ruolo fondamentale, poi, sarà giocato dalla sburocratizzazione: è necessario rendere più snelli i processi i processi per autorizzare l’installazione di impianti rinnovabili.

Infine, per raggiungere l’obiettivo, la produzione interna potrebbe essere supportata dall’importazione di idrogeno verde o blu ed è in questa occasione che la posizione dell’Italia potrebbe diventare strategica perché la penisola diventerebbe un hub di smistamento per l’idrogeno in tutta Europa.

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