La demenza è una sindrome eterogenea caratterizzata da un progressivo deterioramento della cognizione e della capacità di svolgere le attività della vita quotidiana. La demenza ha anche un enorme impatto emotivo, economico e psicologico sulle famiglie e sulla società. L’ultimo rapporto sulla prevenzione, l’intervento e la cura della demenza (pubblicato alla fine del 2020) ha evidenziato i 12 principali fattori di rischio che sono responsabili del ~40% dei casi di demenza: diabete, ipertensione, trauma cranico, fumo, inquinamento atmosferico, obesità di mezza età, depressione, consumo di alcol, problemi di udito, nessun contatto sociale, bassi livelli di istruzione e mancanza di esercizio fisico.
L’attività fisica è ampiamente riconosciuta come associata a diversi benefici per la salute e riduce il rischio di esiti negativi per la salute durante tutto il ciclo di vita. Di conseguenza, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha sottolineato che “ogni passo conta“, incoraggiando le persone ad aumentare i loro livelli di attività fisica. Purtroppo, secondo l’ultimo rapporto PA, il 27,5% della popolazione mondiale è fisicamente inattiva, e questi numeri sono probabilmente più alti considerando come la pandemia di COVID-19 ha colpito le persone in tutto il mondo.
Per quanto riguarda l’associazione tra attività fisica e rischio di demenza, un recente studio ha identificato una relazione dose-risposta tra l’attività fisica misurata dal dispositivo e il rischio di demenza incidente, indipendente da fattori sociodemografici, stile di vita e fattori di confondimento relativi alla salute; in altre parole, livelli più elevati di attività fisica erano associati a un rischio inferiore di incidenza della demenza. Inoltre, rispetto agli individui fisicamente inattivi, svolgere attività fisica potrebbe diminuire l’insorgenza della demenza fino a 12 anni.
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