Dissesto idrogeologico, approvato il ddl “Cantiere Ambiente”

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Il ddl “Cantiere ambiente” è stato approvato in via definitiva dal Consiglio dei Ministri, dopo il via libera all’unanimità della Conferenza delle Regioni, e contiene le “Disposizioni per il potenziamento e la velocizzazione degli interventi di mitigazione del dissesto idrogeologico e la salvaguardia del territorio”. Il provvedimento, voluto fortemente dal ministro dell’Ambiente Sergio Costa, realizza gli obiettivi indicati nel Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico “Proteggi Italia”, consentendo di spendere i 6,5 miliardi di euro che costituiscono il Piano Marshall contro il dissesto. Consentirà di ridurre la burocrazia, semplificare i passaggi amministrativi, anticipare i fondi per la progettazione, affiancare le regioni, programmare cicli di interventi per la messa in sicurezza del territorio.

«Sono estremamente felice per questo traguardo che rappresenta una grande vittoria per il nostro Paese. Finalmente avremo gli strumenti necessari a realizzare gli obiettivi previsti dal Piano per la mitigazione del rischio idrogeologico “Proteggi Italia” e intervenire per risolvere i problemi dei territori fragili dal punto di vista idrogeologico». Così il ministro Sergio Costa commenta l’approvazione del ddl “Cantiere Ambiente”.

Nel dettaglio, il ministero dell’Ambiente anticipa il 30% dei fondi alle regioni per gli interventi programmati, con risorse anche per la progettazione, fino a 135 milioni di euro. Nasce una specifica segreteria tecnica per seguire la realizzazione delle opere e viene istituita una nuova figura professionale: il “green manager”, dirigente o funzionario che dovrà assicurare l’attuazione delle politiche ambientali con riferimento a piani di mobilità sostenibili, efficientamento energetico nelle pubbliche amministrazioni, riduzione degli imballaggi, raccolta differenziata dei rifiuti.

«Sono questi i cantieri che aiutano davvero il Paese – afferma il ministro Costa. Con “CantiereAmbiente” stiamo dando il via al piano di realizzazione di opere per 6,5 miliardi di euro. Un lavoro costruito in questi mesi insieme alle regioni e ai soggetti coinvolti nella progettazione e nella programmazione. Il ministero è al loro fianco e al contempo farà da pungolo e da controllore».

Una vera e propria piaga, quella del dissesto idrogeologico: secondo i dati Ispra, nel 2017 era a rischio il 91% dei comuni italiani (88% nel 2015), con oltre 3 milioni di nuclei familiari residenti in queste aree ad alta vulnerabilità. Complessivamente, il 16,6% del territorio nazionale è mappato nelle classi a maggiore pericolosità per frane e alluvioni (50 mila km2).  E sono oltre 7 milioni le persone che risiedono nei territori vulnerabili. In nove Regioni (Valle D’Aosta, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Basilicata e Calabria) il 100% dei comuni è a rischio. L’Abruzzo, il Lazio, il Piemonte, la Campania, la Sicilia e la Provincia di Trento hanno percentuali di comuni a rischio tra il 90% e il 100%.

«Adesso – continua il ministro – non ci sono più alibi: bisogna rafforzare gli argini, proteggere le città, mitigare il dissesto. Affinché non ci siano più emergenze. Serve un’azione coordinata e veloce anche perché a causa del cambiamento climatico i fenomeni piovosi sono sempre più violenti e repentini. Non possiamo vivere in balia del meteo. Dobbiamo agire subito e finalmente c’è lo strumento giusto. Adesso spero che il Parlamento approvi il provvedimento nel minor tempo possibile».

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