Ingrendienti di qualità e packaging sostenibile per Ciomod, il cioccolato di Modica che fa bene all’ambiente

Intervista a Innocenzo Pluchino, titolare di Ciomod

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Nel cuore di Modica Alta, Sicilia, si trova Ciomod un delizioso negozio di cioccolato di Modica. Colpisce la posizione – proprio accanto a Pizzo Belvedere, dove si arriva dopo una faticosa passeggiata a piedi – e la locandina accanto all’entrata. C’è scritto: “Save the Earth… it’s the only planet with chocolate” ovvero “Salva la Terra… è l’unico pianeta con la cioccolata”. È questo cartello che mi spinge a entrare e a immergermi in un mondo fatto di sapori nuovi e particolari.

Qui incontro il titolare dell’azienda, Innocenzo Pluchino, travestito da commesso per un giorno, che mi spiega perché il suo cioccolato è diverso da tutti gli altri.

“Ciomod, nella sua declinazione più ovvia, significa cioccolato di Modica ma il “mod” sta anche per moda perché per noi è importante stare al passo con i tempi – racconta Pluchino – La nostra linea premium è realizzata con cacao di altissima qualità e imballato in un packaging sostenibile e di design che rispetta l’ambiente. Potremmo definirlo a impatto zero visto che è ricavato da cartone riciclato e colorato con tinte naturali. Ad esempio, il verde della confezione del cioccolato all’olio Evo è ottenuto con il 15% di sottoprodotti di lavorazione delle olive. Cerchiamo di non usare coloranti chimici e di non lasciare nulla al caso nell’intera filiera, dalla produzione al confezionamento”.

C’è di più: oltre a utilizzare cartoni di recupero, le tavolette Ciomod sono incartate a mano ad una ad una per valorizzare il lavoro delle persone del posto. Tradizione e innovazione si incontrano nel cioccolato di Pluchino, che ha il giusto autentico del passato.

“L’obiettivo della nostra linea bean to bar è recuperare la lavorazione tradizionale, fatta a mano. Il cioccolato di Modica – racconta il titolare di Ciomod – viene lavorato a freddo, secondo l’antica tradizione importata dagli spagnoli, a una temperatura di circa 43 gradi. In questo modo il cacao non passa attraverso la fase del concaggio: lo zucchero semolato aggiunto all’impasto non riesce a sciogliersi né ad amalgamarsi, conferendo alle tavolette il caratteristico aspetto ruvido, dalla consistenza granulosa”.

L’innovazione non sta solo nell’imballaggio ecologico ma anche nella ricerca di materie prime selezionate. In sinergia con i presidi Slow Food siciliani, Ciomod offre ingredienti di qualità, come il sale IGP di Trapani o il mandarino tardivo di Ciaculli, ricco di oli essenziali. Per la linea bean to bar, ovvero dalla fava alla barretta, l’azienda ha scelto il cacao colombiano, con tutta la sua magia e le sue contraddizioni.

“La scelta tiene conto delle straordinarie qualità di questa varietà di cacao ma anche della storia che c’è dietro la sua produzione. Qualche anno fa, nel corso di un viaggio in Colombia, ho avuto l’occasione di conoscere dei piccoli produttori che avevano fatto la scelta coraggiosa di riconvertire le piantagioni di coca in cacao e ho voluto fortemente sostenere la loro attività”.

Sostenibilità ambientale e sociale racchiuse in un’unica tavoletta di cioccolato, che racconta anche la storia della Sicilia. Non a caso, le barrette sono incartate in quelli che sembrano vecchi fogli di giornale. “Il tema non è stato scelto a caso, è una vera opera di design – spiega Innocenzo Pluchino – È un omaggio alle vecchie testate giornalistiche siciliane ma soprattutto ricorda i tempi in cui la cioccolata veniva avvolta prima in carta oleata, per non far trasudare l’olio del burro di cacao, e poi nella carta di giornale, che aveva proprietà coibentanti e non lasciava che il cioccolato assorbisse gli odori esterni”.

Grazie alle sue confezioni green, realizzate dalle cartiere Favini, Ciomod ha attivato anche una partnership con Legambiente: “In tempi non sospetti ho avuto modo di conoscere l’attuale presidente dell’associazione, Stefano Cianfani, con cui si è creato subito un rapporto di stima e affetto. È stato lui a spingermi a richiedere la certificazione per il packaging sostenibile”.

La scelta del punto vendita, in una zona di Modica poco frequentata dai turisti, è stata coraggiosa e controcorrente. “Volevamo riqualificare il quartiere di Pizzo Belvedere, valorizzando la sua bellezza e l’ospitalità della gente. Perché, come ripeto spesso, la cosa buona è anche quella giusta”.

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