Negli ultimi due anni, i droni hanno permesso di rivoluzionare alcuni settori: dal potenziamento della copertura video degli eventi all’analisi delle conseguenze dei disastri naturali, svolgono un ruolo chiave in molti contesti.
I droni sono versatili, economici e permettono di avere immagini di alta qualità, tanto che anche la FAO sta sfruttando il loro potenziale per monitorare l’uso delle risorse naturali e aumentare la sostenibilità, tenendo sotto controllo la deforestazione e la degradazione del suolo, mappando e pianificando l’utilizzo dei terreni, verificando gli effetti dei disastri naturali.
Smart Cloud Farming, startup italo-tedesca incubata dal Gruppo Cap, ha avviato la prima sperimentazione in Italia per monitorare da remoto il contenuto di nutrienti del suolo agricolo, impiegando un drone che adotta “sensori intelligenti” e dispositivi IOT (Internet of Things).
“Se vogliamo innovare il settore idrico e renderlo sempre più sostenibile dobbiamo pensare a sviluppare nuovi processi e tecnologie che stanno alla base dell’attività agricola, al quale vengono destinate il 51% delle risorse di acqua che preleviamo dall’ambiente e che ritornano solo in parte nelle nostre riserve acquifere. Questa innovativa tecnologia permette di analizzare grandi superfici di terreno in tempi brevi, accelerando i tempi di monitoraggio delle componenti del suolo riducendole da qualche settimana, come capita con le classiche analisi di laboratorio, a qualche ora”, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP.
Frutto di una sinergia industriale internazionale che vede, oltre a Gruppo CAP, partner del calibro dell’Istituto Fraunhofer di Berlino, il Dipartimento di Scienze Agrarie e Ambientali dell’Università Statale di Milano e la Cascina sperimentale Baciocca, il progetto mira a dare vita a un nuovo sistema di fertirrigazione per monitorare e analizzare le prestazioni e l’efficienza delle coltivazioni, grazie ai nuovi sistemi dell’agricoltura di precisione, ma anche a preservare la qualità dell’acqua della falda che potrebbe essere danneggiata a causa di un eccessivo o inappropriato impiego di fertilizzanti chimici.
La sperimentazione, effettuata su una delle aree agricole del Comune di Cornaredo, ha permesso di raccogliere i primi dati che verranno analizzati e serviranno come base di studio per procedere nei prossimi mesi a un nuovo test sul campo. Il vantaggio competitivo della tecnologia sviluppata da Smart Cloud Farming è quello di razionalizzare l’utilizzo di fertilizzanti e concimi chimici, consentendo agli agricoltori di intervenire solo sui terreni in cui è realmente necessario, per tutelare non solo la qualità del suolo e delle colture, ma anche le falde acquifere dalla contaminazione di sostanze dannose.
Tutto ciò grazie a un processo tecnologicamente molto avanzato, che utilizza un drone equipaggiato con una camera “iperspettrale”, capace di scansionare il terreno sul quale sta volando sia nel campo visibile sia nell’infrarosso. In questo modo, Smart Cloud Farming mira a creare una correlazione tra la risposta del sensore e l’indice NPK (che indica il quantitativo dei principali elementi nutritivi: azoto-fosforo-potassio), un parametro utile per aiutare gli agricoltori a dosare in maniera controllata le sostanze fertilizzanti, mettendo in atto quindi un approccio di “coltivazione di precisione”.