Strategie di esclusione nell’ambito degli investimenti sostenibili

Nell’ambito sostenibile gli investimenti vengono selezionati utilizzando varie strategie di investimento. Le strategie di esclusione sono il primo passo per creare dei portafogli altamente sostenibili.

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© Mathieu Stern on Unsplash

Nell’ambito sostenibile gli investimenti vengono selezionati utilizzando varie strategie di investimento. Il primo approccio più semplice per creare un portafoglio sostenibile è quello di applicare dei filtri rispetto a quelli che sono gli indici di riferimento (ogni fondo ha in genere un indice di riferimento nel mercato col quale si può comparare la performance e la rischiosità del fondo). Questo approccio di esclusione è anche detto di “screening negativo” perché elimina dall’universo dei titoli disponibili sul mercato quelli che non soddisfano determinati criteri. Vediamo insieme quali.

Filtro black-list o basate su principi di fede
Questa strategia segue il principio di “non fare del male” ed è di fatto nata ben prima che fosse coniato il termine sostenibile. Si tratta infatti di filtri che venivano applicati nei fondi di investimento che venivano chiamati “faith-based” ovvero su principi di fede: tali fondi non investono su società che traggono profitto da alcool, armi da fuoco, tabacco, prodotti abortivi, intrattenimento per adulti, armi non convenzionali, giochi d’azzardo, pellicce etc. Erano infatti i primi fondi etici nati negli anni ’60 e 70 per offrire anche a chi era credente la possibilità di investire su prodotti che rispettavano i principi della propria religione. Gli stessi criteri sono stati estesi in seguito ai cosiddetti fondi etici (non legati più a una fede specifica).


Filtro basato sulle normative (norm-based screening)
In questo caso dall’insieme delle società appartenenti ad un determinato indice vengono escluse quelle che non aderiscono a norme e/o convenzioni/standard internazionali come: – UNICEF (Convenzione sui diritti dell’infanzia) – Principi del patto globale delle Nazioni Unite – Linee guida OCSE per le imprese multinazionali – Convenzione internazionale dell’organizzazione del lavoro – Principi guida delle Nazioni Unite su imprese e diritti umani – UNHCR (Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati). L’esclusione delle società che non aderiscono a questi principi avviene a priori, senza nemmeno aver valutato l’aspetto economico dell’investimento.


Filtro SRI (socially responsible investing)
Lo screening in questo caso consiste nell’analisi del comportamento delle società in un portafoglio di titoli, secondo criteri ambientali e/o sociali. Vengono presi in esame i fattori ambientali, analizzando vari parametri come ad esempio la produzione di carbonio/gas serra da parte di una società o quanti e che tipo di rifiuti produce. Sugli impatti sociali e sulle pratiche di lavoro di un’azienda invece si analizza la salute e la sicurezza dei lavoratori, il modo in cui vengono trattati i diversi generi, le persone LGBT e le minoranze nel mondo del lavoro, nonché le pratiche lavorative dei fornitori che utilizzano. Inoltre, alcuni filtri possono misurare l’impatto dei prodotti o dei servizi di un’azienda sulla società nel suo complesso. Se l’impatto della società su uno o più di questi ambiti è negativo si può decidere di escluderla dal portafoglio anche se è una società con un peso rilevante sul mercato. 


Le strategie di esclusione sono il primo passo per creare dei portafogli altamente sostenibili: una volta applicato il filtro sull’indice di riferimento si ottiene un portafoglio con meno nomi ma con un livello di sostenibilità più elevato rispetto all’indice di partenza. 

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