Raccolta differenziata: come riciclare correttamente la plastica

Come si produce la plastica e quali sono i suoi vantaggi? Come possiamo riciclarla correttamente? La risposta a queste e altre domande nella nostra rubrica in collaborazione con SmartRicicla

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La plastica è entrata a pieno diritto nella nostra vita quotidiana. Ogni giorno facciamo uso di decine di oggetti di plastica, monouso e non, che poi ci troviamo inevitabilmente a dover smaltire. Ma come si ricicla correttamente la plastica? Cosa va nell’apposito contenitore e cosa no? A questa e a molte altre domande risponderemo con la nostra rubrica in collaborazione con SmartRicicla. La prima cosa da sapere è che esistono diversi tipi di plastica, ognuno con proprietà fisico-chimiche diverse, che vengono impiegati in settori e per scopi anche molto differenti tra loro.

Se correttamente riciclata, la plastica può rappresentare una grande risorsa perché permette di dare vita a nuovi prodotti senza bisogno di produrre plastica vergine e quindi con un minor impatto ambientale. Secondo il rapporto Corepla, nel 2018 sono state riciclate circa 643.500 tonnellate di rifiuti di imballaggi in plastica provenienti dalla raccolta differenziata. A questo numero vanno aggiunte 376.000 tonnellate derivanti dal riciclo indipendente. Sono state inoltre recuperate più di 383.000 tonnellate di imballaggi.

Se abbandonata al suo destino, invece, la plastica rappresenta un grosso problema perché si disperde nell’ambiente, dai fiumi arriva al mare fino a giungere nella nostra catena alimentare. Il problema maggiore sono le microplastiche, piccole particelle che derivano dalla degradazione di oggetti più grandi, e che rappresentano un pericolo non solo per l’ecosistema marino ma anche per la salute umana.

La plastica non è biodegradabile e non è un elemento presente in natura ma viene realizzata in appositi impianti sfruttando un mix di elementi e in particolar modo dalla lavorazione del petrolio e dei suoi polimeri, ovvero propilene, etilene, butadiene e infine stirene. Tutti questi elementi vengono poi lavorati assieme al gas, carbone e sale comune, che consentono di realizzare i materiali plastici, di cui ne esistono almeno 50 varietà tutte differenti tra di loro. Per ogni tipologia di plastica che viene realizzata sono state studiate delle formule precise che necessitano di un certo quantitativo di calore per determinati lassi di tempo.

In commercio esistono diverse famiglie di plastica, ognuna delle quali sfruttata in ambiti altrettanto differenti. Il primo passo per fare una corretta raccolta differenziata è conoscere i codici e i simboli assegnati ai materiali plastici, che vi elenchiamo di seguito:

PETCodice 1 – PET polietilene tereftalato – la trasparenza, la resistenza e la barriera ai gas lo rendono adatto alla produzione di bottiglie per bevande gasate e vaschette.
PE-HDCodice 2 – HDPE polietilene ad alta densità – la resistenza e la rigidità sono caratteristiche funzionali alla produzione di barattoli e contenitori rigidi.
Codice 3 – PVC cloruro di polivinile – allo stato puro è molto rigido, ma si presta ad essere miscelato con altri materiali. È utilizzato come contenitore per alimenti.
pe-ldCodice 4 – PE-LD politilene a bassa densità – è particolarmente flessibile per questo è ideale per la produzione di sacchetti per cibi surgelati o per la pellicola per alimenti.
ppCodice 5 – PP moplen – esso può essere sia rigido che flessibile ed è utilizzato ad esempio come bottiglia di ketchup o maionese oppure per le buste della pasta.
psCodice 6 – PS polistirolo – è usato per la produzione di piatti, bicchieri e posate monouso, grucce appendiabiti, vaschette e imballaggi di elettrodomestici
oCodice 7- altre plastiche – rientrano in questa categoria tutti gli altri polimeri, o anche le loro combinazioni.

Come suggerisce questa tabella, i tipi di plastica sono numerosi e ognuno, in base alle sue proprietà fisico-chimiche, trova un ambito di applicazione in settori molto differenti. Ma cosa avviene quando arriva l’ora di smaltirli?

Innanzitutto, è bene conoscere quali oggetti plastici vanno nell’apposito contenitore per essere riciclati e quali, invece, finiscono tra i materiali non riciclabili. La prima regola da conoscere è che tutti gli imballaggi possono essere riciclati: le bottiglie, i barattoli, i flaconi, i sacchetti, le buste, le pellicole trasparenti, i piatti e bicchieri monouso e le vaschette possono essere tutti inseriti nel contenitore della plastica. Non sono invece riciclabili invece i giocattoli, i secchielli, le ciabatte, i canotti, i palloni, gli occhiali, le biro, i pennarelli, le borracce e gli attrezzi da giardino o da cucina.

Sugli imballaggi vengono applicati dei codici di riciclo, che sono funzionali alla corretta individuazione dei materiali riciclabili. Possono rappresentare quindi un grande aiuto nel caso in cui non si conosca la possibile riciclabilità di un oggetto. Intanto, di seguito vi proponiamo un elenco più dettagliato di cosa è possibile gettare nel contenitore della plastica e cosa no.

COSA BUTTARE NELLA PLASTICA (IMBALLAGGI):

  • bottiglie (es. acqua, bibite, olio, succhi, latte, ecc…)
  • flaconi, dispenser (es. shampoo, bagnoschiuma, sapone, detersivi, prodotti per l’igiene della casa, sciroppi, creme, salse, yogurt ecc…)
  • taniche per acqua distillata
  • flaconi di candeggina o di altre sostanze utilizzate in ambito domestico (purché sciacquati)
  • sacchetti in plastica
  • vaschette alimentari (es. frutta, verdure, merendine, ecc…)
  • pellicole di giornali e riviste
  • buste e sacchetti per prodotti alimentari
  • vasi in plastica
  • film e pellicole
  • piatti e bicchieri in plastica

COSA NON BUTTARE NELLA PLASTICA:

  • oggetti vari in plastica
  • contenitori in plastica sporchi
  • giocattoli
  • posate in plastica
  • siringhe
  • cialde per caffè

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